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Catania, 05 aprile 2024. L’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia ha celebrato oggi un importante risultato per il mondo allevatoriale siciliano: il Cavallo Siciliano è ufficialmente una razza a limitata diffusione, riconosciuta dal Ministero dell’Agricoltura, sovranità Alimentare e Foreste, con decreto dello scorso 28 febbraio.

Si tratta di un successo made in Sicily, frutto della collaborazione e del gioco di squadra tra diversi “attori”, che hanno messo a sistema le proprie competenze per un successo auspicato e atteso.
«Un riconoscimento importante per la nostra Sicilia - dichiara l’Assessore all’Agricoltura, Luca Sammartino - culla di biodiversità e di storia. Il cavallo siciliano che popola la nostra regione da centinaia d’anni è l’emblema della nostra terra crocevia di popoli e culture, contaminazioni che hanno impreziosito il nostro territorio. Preservare e tutelare questa razza autoctona è un modo per custodire la biodiversità e innescare circuiti virtuosi a livello turistico: un traguardo ambizioso che non ci spaventa anzi ci invoglia proseguire su questa strada. Voglio porgere un ringraziamento a chi ha reso possibile tutto questo». «Si tratta di un risultato storico per il mondo degli allevatori, per l’Istituto di Incremento Ippico e per la Regione Siciliana - prosegue il commissario straordinario dell’Istituto Incremento Ippico, Ignazio Mannino - dal quale parte la volontà forte di rilancio di tutte le razze autoctone per potenziare e rendere competitive le razze siciliane in modo che le stesse possano dare il giusto lustro nel mondo delle discipline sportive, dell’allevamento e anche dell’utilizzo sociale dei nostri cavalli che si distinguono anche per il loro equilibrio fisico e mentale. Voglio ringraziare chi ha lavorato per consentirci di centrare questo obiettivo, in particolare il presidente dell’Anareai, Luca Marcora, e il direttore, Matteo Vasini, e il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida».

A gestire l’inserimento del cavallo siciliano nel Programma genetico per la conservazione delle razze equine ed asinine italiane a limitata diffusione è l’Anareai (Associazione nazionale allevatori delle razze equine e asinine italiane), presieduta da Luca Marcora, in costante dialogo con l’Aracsi (Associazione regionale allevatori del Cavallo Siciliano), presieduta da Francesco Russo, e l’Istituto Incremento Ippico diretto da Michelangelo Bentivegna. «Il merito va dato agli allevatori - afferma Bentivegna - cuore pulsante di questo importante riconoscimento, che deve essere un punto di partenza. Finalmente il cavallo siciliano ha una identità ufficialmente riconosciuta, per cui può essere valorizzato e crescere insieme con agli allevatori». Durante la cerimonia di presentazione, in collegamento Stefania Reitano, funzionario Masaf.

La presentazione di questo importante traguardo, davanti a un ampio e attento pubblico, ha permesso di raccontare anche il progetto di “Recupero, Conservazione e Caratterizzazione delle Risorse Genetiche equine ed asinine siciliane”, avviato nel 2022 e ancora in fase di svolgimento, realizzato nell’ambito della misura 10.2.b (Conservazione delle risorse genetiche animali in agricoltura) del Piano di Sviluppo Rurale per la Sicilia 2014-2022, che coinvolge, nello specifico, il Dipartimento Di3A dell’Università di Catania, con il contributo del prof. Salvatore Bordonaro, responsabile scientifico per la caratterizzazione genetica e il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Messina, nella figura del prof. Alessandro Zumbo, responsabile scientifico per la caratterizzazione morfologica, nonché le veterinarie Ketty Torrisi, Elina Scollo e Carla Mainenti, responsabili scientifiche del laboratorio di crioconservazione e della Banca del seme, coadiuvate da Benedetto Mancuso e Maria Costanza Grasso.

«Il cavallo siciliano è l’ultimo arrivato tra i tipi genetici autoctoni di equidi che possiedono lo status di razza ad oggi a rischio di estinzione e si aggiunge al cavallo Purosangue Orientale, al cavallo Sanfratellano, all’asino Ragusano e all’asino Pantesco - spiega il responsabile Bordonaro - Manca all’appello ancora l’Asino Grigio Siciliano, di cui il progetto sta curando la caratterizzazione». «Le azioni progettuali - prosegue il prof. Zumbo - mirano ad indagare l'attuale variabilità morfologica e genetica delle razze/popolazioni equine e asinine autoctone siciliane, a studiare il grado di differenziazione intra e fra razza rivelato dai loci nucleari e dagli indicatori morfologici e l'esistenza di eventuale sottostruttura genetica riconoscibile imputabile a linee familiari, e/o a scelte gestionali».

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Catania, 28 marzo 2024. Il cavallo siciliano è ufficialmente una razza a limitata diffusione. Ad attribuire il “titolo”, che ne attesta, a livello giuridico, lo stato di lignaggio è il ministero dell’Agricoltura, sovranità Alimentare e Foreste che, con decreto dello scorso 28 febbraio, riconosce il cavallo siciliano quale razza inserita nel Programma genetico per la conservazione delle razze equine ed asinine italiane a limitata diffusione, affidandone la gestione all’Anareai (Associazione nazionale allevatori delle razze equine e asinine italiane).

Un successo made in Sicily, che verrà raccontato venerdì 5 aprile, alle ore 10, nella sala convegni dell’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia, in via Vittorio Emanuele 508, alla presenza del presidente della regione Siciliana, Renato Schifani e dell’assessore dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, Luca Sammartino.

Il ruolo dell’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia è centrale: l’ente, infatti, ha fattivamente contribuito alla causa, compiendo, negli anni, alcuni passi propedeutici alla presentazione di un Programma genetico del cavallo siciliano, sostenendo le istanze del territorio, in particolare dell’Aracsi (Associazione regionale allevatori del cavallo siciliano).

Alla base del prestigioso riconoscimento c’è un lavoro certosino di censimento, studio, monitoraggio e conservazione di caratteristiche fenotipiche e di caratterizzazione genetica della razza secondo gli standard normativi: attività che hanno coinvolto istituzioni regionali Siciliane, Università locali e l’Aracsi.

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Tra queste iniziative si inserisce il progetto di “Recupero, Conservazione e Caratterizzazione delle Risorse Genetiche equine ed asinine siciliane”, avviato nel 2022 e ancora in fase di svolgimento, realizzato nell’ambito della misura 10.2.b (Conservazione delle risorse genetiche animali in agricoltura) del Piano di Sviluppo Rurale per la Sicilia 2014-2022, che coinvolge, nello specifico, il Dipartimento Di3A dell’Università di Catania per la caratterizzazione genetica e il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Messina, per la caratterizzazione morfologica.

Per l’occasione, oltre alla presentazione della razza del cavallo siciliano, si forniranno cenni sulle attività progettuali mirate allo sviluppo di un Piano di conservazione per le razze riconosciute (cavallo Purosangue Orientale, cavallo Sanfratellano, asino Ragusano e asino Pantesco) e un Piano di caratterizzazione per i Tipi genetici autoctoni (Tga) Asino Grigio Siciliano e Cavallo Siciliano, il cui riconoscimento è appena avvenuto.

Nell’ambito del progetto si realizzerà una Banca per la conservazione del seme degli stalloni oggetto dell’indagine, tra i quali il cavallo siciliano.

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«No all’asta degli equidi. Prospettiva certa con affidamenti gratuiti»

L’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia si propone come organo tecnico

L’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia prende le distanze dall’avviso di asta pubblica per la vendita di equidi emanata nei giorni scorsi dal Dipartimento Regionale Sviluppo Rurale e Territoriale di Ragusa e che dovrebbe aprirsi il 19 ottobre 2022 alle 10:30.

Come da bando pubblico, l’avviso interessa l'alienazione di 6 asini e 19 cavalli (per un importo a base d’asta pari a € 1,50 per chilogrammo di peso vivo) di proprietà dello stesso Dipartimento Regionale e allevati presso l'azienda pilota per l'allevamento dell'asino ragusano sita in località "Carcallé" - complesso boscato di Calaforno.

L’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia, non concordando con la suddetta procedura avviata, suggerisce di percorrere la strada degli affidamenti gratuiti, proponendosi come organo tecnico, a garanzia di una collocazione più idonea degli equidi oggetto dell’avviso presso agriturismi e allevamenti siciliani atti ad accoglierli e a garantire loro una prospettiva certa e serena.

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«Il nostro impegno per garantire agli equidi una prospettiva certa tramite affidamenti gratuiti»

L’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia, che sin da subito ha mostrato il proprio dissenso nei confronti dell’avviso di asta pubblica degli equidi di Calaforno (Ragusa), sostiene adesso fattivamente la sospensione dell’atto intrapresa dal Dipartimento Regionale Sviluppo Rurale e Territoriale di Ragusa, fornendo il proprio apporto.

L’Istituto, infatti, quale ente strumentale della Regione Siciliana e in qualità di organo tecnico in materia di equidi, si impegna a collaborare con il Dipartimento al fine di avviare le procedure necessarie per giungere all’affidamento gratuito degli equidi nello stesso territorio regionale.

Dunque, tanto gli allevatori siciliani quanto le strutture agrituristiche dell’Isola possono cogliere l’opportunità di accogliere, presso la propria realtà, sei asini e diciannove cavalli di proprietà della Regione Siciliana, a garanzia di una loro certa e sana collocazione. 

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